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LINDA TORRESIN
LA PITTURA DI SVJATOSLAV RJABKIN


Svjatoslav_Rjabkin
[“Vareniki”, 2004]

Per Chagall, l’arte era “naturale come il cibo” e la pittura rappresentava una finestra di passaggio verso “altri mondi”. Così la pensa anche il Chagall moderno, Svjatoslav Rjabkin (1965).

Rjabkin è originario di Žitomir, città storica dell’Ucraina occidentale, ma vive a Mirgorod, già consacrata dalla penna di Gogol’.

Tra i suoi amori (accanto a Chagall), i maestri della tradizione classica, gli impressionisti e Pirosmani. I soggetti dei suoi quadri spaziano dai motivi biblici agli spunti folcloristici, dalle scene di vita quotidiana a paesaggi più immateriali e onirici. Il tutto nell’inconfondibile stile primitivistico che convoglia la sensibilità arcaicizzante, il gusto antinaturalistico, il mitologismo dell’artista ucraino.

Prendiamo, ad esempio, la tela Nel Giardino dei Getsemani (V Gefsimanskom sadu, 2009), dove il tormento di Cristo, che verrà di lì a poco tradito da Giuda, è contrastato dal placido sonno dei discepoli. Caino e Abele (Avel’ i Kain, 2010) raffigura il trionfo del male – cieco come Caino – attraverso il massacro del consanguineo innocente. Pietro in lacrime (Plačuščij Pëtr, 2009) racchiude tutto il dramma interiore di Pietro e del suo tradimento. In Giona e la balena (Iona i kit, 2010) il primo piano è conquistato dal gigantesco cetaceo che divora la testa del profeta ribelle.

Dall’altro lato c’è la vita circense, che per Rjabkin, come per Chagall, coincide con l’universo bachtinianamente capovolto fotografato ne Il circo (Cirk, 2006) e ne Gli acrobati girovaghi (Stranstvujuščie akrobaty, 2006), caratterizzati dall’esaltazione della plasticità del corpo umano, dalla semplificazione delle forme, dalla policromia.

Mitologia e folclore costituiscono invece il perno de La sirena e il pescatore (Rusalka i rybak, 2010) e di Ugomon calmerà il povero orfanello (Ugomon sirotku bednuju ugomonit, 2009).

Eppure anche scorci di genuina quotidianità, dal Taglio dei capelli (Strižka volos, 2009) alla raccolta di Funghi (Šampin’ony, 2001), da un lauto pasto (Vareniki, 2004) al quadretto agreste di Ragazza con mucca (Devuška s korovkoj, 2006), da una partita di Pallavolo (Volejbol, 2010) a qualche ora di relax Nella sauna russa (V russkoj bane, 2014), hanno, nell’arte di Rjabkin, pari dignità rispetto al repertorio mitico-folcloristico e alle vicende bibliche. La vivace espressività cromatica, il minimalismo pittorico, le pennellate brevi e graffianti, la grafica stilizzata ed essenziale che ricorda i disegni infantili – ecco il fil rouge di questi ritratti della realtà russa e ucraina.

Impalpabili emozioni suscita la Tristezza (Grust’, 2010), la tenera passione fra due Innamorati (Vljublënnye, 2008) o l’attesa di un Incontro (Vstreča, 2006), così come le condizioni atmosferiche e il trascorrere delle stagioni in Ciao, Estate! (Zdravstvuj, Leto!, 2004), Autunno (Osen’, 2011), Pioggia (Dožd’, 2009), Vento (Veter, 2013).

Con Inverno. Il contadino dorme (Zima. Mužik spit, 2004), Sogno (Son, 2009), Il sogno del poeta n. 1 (Son poèta n. 1, 2008), Il sogno del poeta n. 2 (Son poèta n. 2, 2008) e Il sogno del poeta (Son poèta, 2009) la vita si trasforma in sogno, a conferma delle spinte antimimetiche del primitivismo artistico.

Il principio stesso dell’arte è oggetto di riflessione nel ciclo che vede protagonisti il poeta e la sua musa (Il poeta e la musa, o Poèt i muza; le due versioni de Il poeta e la musa caduta sotto l’asfaltatrice, o Poèt i muza, popavšaja pod asfal’toukladčik; Il poeta e la musa che balla col sole, o Poèt i muza, tancujuščaja s solncem, etc., 2008). Qui la monotonia della vita – titolo di un altro quadro di Rjabkin – viene infine catturata e vinta dall’arte.

INTERVISTA A SVJATOSLAV RJABKIN
(13 gennaio 2016)
di Linda Torresin

Svjatoslav, Lei come si definisce?

Sa, una cosa che amo è andare nel bosco d’autunno a raccogliere i porcini. Il bosco, di per sé, è un altro mondo, e devi impiegare la massima attenzione per trovare anche solo una manciata di funghi. E qui io mi dissolvo, divengo parte del bosco. Per qualche ora cesso d’esistere. Il mio Io cessa d’esistere. Poi il bosco mi lascia andare, colmo di gioia, con il mio modesto bottino. E tutto d’un tratto mi viene in mente che a casa ho un lavoro appena finito, non ancora asciutto. E la mia gioia si fa perfetta. Soltanto la gioia dopo una confessione o una comunione è più alta.

Mi racconti qualcosa della Sua biografia.

Quando ero piccolo amavo andare dalla nonna. Nella sua stanza lei mi raccontava come i più giovani ai suoi tempi predicessero il futuro e non uscissero dal cortile per non essere presi da Ugomon (creatura fiabesca che rapisce i bambini disubbidienti). Frequentavamo assieme il nostro piccolo museo. Quell’enorme specchio ad altezza d’uomo dell’edificio nobiliare m’incantava sempre. Ma sopra ogni cosa al mondo amavo ascoltare le favole che mi leggeva mio padre. E poi è venuta la scuola pubblica, la scuola di musica, l’università. E così via…

Mi racconti, per favore, come ha iniziato a dipingere.

Per la verità, sono stati i quadri a scegliere me (e non io a scegliere loro). È una cosa ovvia. Come ha detto Chagall parlando dell’arte, “per me essa è naturale come il cibo. Immagino la pittura come una finestra attraverso la quale posso entrare in altri mondi”.

Qual è la fonte della Sua ispirazione?

“L’artista è un ricettacolo di emozioni che vengono da ogni luogo: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da una forma di passaggio, da una tela di ragno” (Picasso).
Chi può dire da dove venga all’artista la convinzione che bisogna fare così e non altrimenti, e quando è ora di finire?

Qual è la Sua visione dell’arte?

Ho una visione tradizionale, secondo cui l’arte risveglia il meglio nell’uomo: Fede, Speranza, Amore. Ed è proprio di questo che io, nel mio piccolo, mi occupo.

Come si rapporta all’arte russa e contemporanea? Quali artisti L’hanno influenzata?

Non riesco ad immaginarmi una vita senza Puškin e Gogol’ (specialmente Gogol’). Con gran parte dell’arte contemporanea non ho alcun rapporto. Amo tutti i bravi artisti dagli iconografi a Picasso, il cui surrealismo per me è il migliore che esista.
Ma nessuno di loro mi ha influenzato direttamente.

La Sua arte può essere definita “postmoderna”?

Assolutamente no.

Quali, tra i lavori che ha realizzato, sono i Suoi preferiti?

Ho creato lavori più o meno riusciti.
Ma quando mi sono venuti (o mi vengono) i soggetti delle mie opere, sono sempre stato convinto della loro necessità e del bisogno di realizzarli sulla tela nel migliore dei modi. Ciò detto, per ora non c’è nessun quadro che prediligo agli altri.

Che cosa si sente di consigliare a chi voglia venire a una Sua mostra?

“Prima di tutto occorre giudicare un artista dai suoi lavori: ogni sua spiegazione, temo, non può che offuscarne il senso” (Chagall).
“Mi sembra che la capacità di recepire l’arte venga donata all’uomo dalla nascita e dipenda dal suo livello spirituale” (Andrej Tarkovskij).
Chi viene ad una mostra ha a che fare con un pezzo di mondo immateriale, benché un quadro sia semplicemente colore trasferito sulla tela.
La sala espositiva può essere paragonata ad un ristorante dove viene servito cibo più o meno buono, ma che non puoi prendere in mano e portare alla bocca.
Ciononostante non ho mai incontrato una persona a cui non piacesse mangiare bene.

 

Linda Torresin
(Fondazione Universitaria San Pellegrino, Italia)


Svjatoslav Rjabkin nasce a Žitomir (Ucraina) nel 1965. Termina l’Università di Radioelettronica di Charkov e si sposa con una nota pittrice. Benché il matrimonio non duri a lungo, è grazie a tale legame che Rjabkin scopre l’amore per l’arte. Risalgono al 1996 le sue prime mostre in Ucraina. Attualmente vive e lavora a Mirgorod. Le opere di Rjabkin, esposte in molte parti del mondo, sono conservate in collezioni private di Ucraina, Russia, Italia, Polonia, Uzbekistan, Irlanda, Repubblica ceca, Azerbaigian, Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna.


Linda Torresin, La Pittura di Svjatoslav Rjabkin, in "XÁOS. Giornale di confine", dicembre 2016, -ISSN 1594-669X
URL: http://www.giornalediconfine.net/xaos_archivio/archivio/torresin_linda_su_Svjatoslav_Rjabkin.htm

 
   
 
     

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