"Se il movimento del mondo
avesse uno stato finale, questo dovrebbe essere già
raggiunto. Ma l'unico fatto fondamentale è che esso
non ha nessuno stato finale; ogni filosofia o ipotesi
scientifica (per esempio il meccanicismo), in cui tale stato
risulta necessario, è confutata da quest'unico
fatto. Io cerco una concezione del mondo che faccia giustizia
a questo fatto; si deve spiegare il divenire senza far ricorso
a tali intenzioni finali; il divenire deve apparire giustificato
in ogni attimo (o non valutabile, il che riesce alla stessa
cosa); non è assolutamente lecito giustificare il
presente con un futuro o il passato con il presente. La
"necessità" non ha la figura di una potenza
complessiva che straripa e domina, né di un primo
motore; e nemmeno è tale per determinare qualcosa
di pregevole" (F.Nietzsche, Frammenti postumi,
1888)"
"Questa camera è
un caos!". Quanti di noi hanno dovuto fare i conti
con rimproveri di questo tipo nel corso della loro vita?
E quanti in quello che altri definiscono caos sono in grado
di ritrovare qualsiasi cosa (seppure dopo un po' di ricerche)?
Pensiamo ora alla frase "In principio era il Caos,
poi arrivò il Logos". Nessun termine, soprattutto
attualmente, risulta così suggestivo come la parola
Caos, così ricco di rimandi ad una dimensione che
sfugge al controllo razionale, così metafisico.
Andrebbe tutto bene se non fosse che la frangia più
avanzata della fisica attuale si rifà esplicitamente
a tale termine, non solo, ma parla di Caos come fonte di
ordine, di organizzazione. Ci deve essere allora qualcosa
che non quadra! Come può una disciplina scientifica
occuparsi di ciò che per tradizione sfugge alle regole,
attribuendogli persino la funzione di creatore
d'ordine?
L'equivoco non è semplicemente di natura semantica,
o relativo ad un uso improprio dei termini. Il caos presente
in una stanza il cui inquilino accumula vestiti sulle sedie
e il caos presente, ad esempio nei ritmi cardiaci o in un
laser, sono di natura diversa, e sottendono a differenti
visioni del mondo e del suo funzionamento, la cui 'non specificazione'
ha portato, soprattutto in campo umanistico, ad enormi confusioni
e malintesi, spesso accompagnati da estrapolazioni di natura
metafisica alquanto arbitrarie.
Quando chiamiamo disordine lo stato in cui si trova la succitata
cameretta, abbiamo in mente un concetto d'ordine secondo
il quale lo stato normale delle cose sarebbe una distribuzione
regolare dei vestiti nei vari scomparti dell'armadio, divisi
per tipi e, magari per stagioni.
Quello che invece s'intende in fisica, quando per esempio
si dice che per il secondo principio della termodinamica
l'universo va verso un progressivo aumento del disordine,
è una cosa completamente diversa.
In un sistema dinamico, composto da elementi tra loro interagenti,
lo stato di massimo disordine si ha quando non è
possibile stabilire un ordine, quando tutte le parti del
sistema sono simmetriche, omogenee, indistinguibili. Per
misurare tale stato si usa il termine entropia, che non
è quindi una forza metafisica ma una misura. Lo stato
di massima entropia, l'equilibrio termodinamico, si ha allora
quando ogni regione del sistema è termodinamicamente
"morta", quando, in altre parole, non è
presente energia libera per compiere alcun tipo di lavoro.
In
base al secondo principio della termodinamica un sistema
isolato raggiunge nel tempo lo stato di equilibrio termodinamico
che corrisponde alla massima entropia. L'entropia è
una grandezza fisica - generalmente indicata con S - che
in senso generale esprime il grado di disordine di un sistema.
Generalmente si considerano le variazioni d'entropia fra
lo stato iniziale e quello finale di un sistema che subisce
una trasformazione, come ad esempio nella figura a lato.
Lo stato di massima entropia di un sistema si ha quando
ogni regione del medesimo è perfettamente omogenea
alle altre così che non è possibile distinguere
un ordinamento spaziale, in questo senso il dis-ordine è
dato dalla mancanza di un ordine. Da un altro punto di vista,
il fatto che l'entropia aumenti significa che diminuisce
l'energia del sistema disponibile per compiere lavoro.
Il famoso enunciato secondo cui l'entropia dell'universo
è in aumento irreversibile, dovuto a Clausius, si
basa sul presupposto che questo sia un sistema isolato,
che non scambia né materia né energia con
l'esterno (e come potrebbe avere un esterno), ma per quello
che riguarda ogni altro sistema chimico-fisico-biologico,
praticamente non esistono sistemi isolati.
Prendendo come esempio il corpo
umano, lo stato di massima entropia - l'equilibrio termodinamico
- equivale alla biblica polvere alla quale ritorneremo non
appena non saremo più in grado di mantenerci in condizioni
di lontananza da tale equilibrio attraverso la dissipazione
d'energia, che nel nostro caso è data dal cibo e
dall'energia solare.
Considerando sistemi composti da un gran numero di sub-unità
(ad esempio le molecole in un gas, le cellule in un organismo,
i neuroni nel cervello) si osserva che in condizioni di
lontananza dall'equilibrio, in condizioni cioè nelle
quali le diverse sub-unità non sono nello stesso
stato, la comparsa di un dato comportamento in una porzione
del sistema può estendersi propagandosi e dando luogo
a correlazioni a lungo raggio tra le diverse parti del sistema
stesso, originando in tal modo delle strutture ordinate
che esprimono un comportamento coerente, dette dissipative
(denominazione introdotta da Ilya Prigogine, Premio Nobel
per la Chimica proprio in seguito agli studi sui sistemi
lontani dall'equilibrio).
Il comportamento emergente a livello locale, che è
innescato da una fluttuazione, opera per amplificazione,
invadendo il sistema e imponendo progressivamente un nuovo
andamento macroscopico. Il
punto critico a partire dal quale il sistema si trova in
condizioni "altamente evolutive", in condizioni
cioè di forte instabilità e nelle quali una
piccola fluttuazione si trova nelle condizioni di potersi
propagare anziché regredire, viene detto biforcazione.
Tutto quello che si può fare, nell'indagine di sistemi
complessi -che presentano in altre parole le caratteristiche
sopraccitate, come ad esempio i sistemi biologici ma anche
sistemi chimico-fisici all'apparenza semplici - è
stabilire le condizioni per le quali il sistema è
"costretto" a riorganizzarsi, senza però
poter determinare con precisione assoluta il successivo
destino (I metodi citati sono quelli che costituiscono il
campo di studi della Termodinamica dei sistemi lontani
dall'equilibrio il cui principale artefice è
Prigogine).
In altre parole, nell'indagine del mondo, il quale si presenta
ai nostri occhi non più come un orologio ma piuttosto
come una nuvola in perenne mutamento (immagine utilizzata
da K. Popper in Conoscenza oggettiva), caso e determinismo
convivono, senza possibilità di scissione, ed è
questo il motivo per il quale la variabilità e la
mutazione sono inevitabili, parte integrante delle dinamiche
di quel processo che chiamiamo mondo. Che
meccanismi di questo genere , biforcazioni , rotture della
simmetria, instaurazione di correlazioni a lungo raggio,
siano alla base dei processi di concettualizzazione umani,
può essere ora mostrato con l'ausilio di un semplice
esempio, un classico della psicologia, la percezione di
figure ambigue, come nella figura a lato. Se la percezione
e la concettualizzazione operassero all'interno dello schema
proposto della teoria computazionale del cervello , secondo
cui esso elabora un'informazione pre-esistente trasferendola
in maniera lineare dal mondo esterno alla memoria , come
si può spiegare che gli stessi dati sensoriali possono
essere interpretati in due modi diversi ?
Si badi bene che qui l'interpretazione ambigua non avviene
da parte di due soggetti, ma di uno solo. Ci troviamo cioè
nella situazione della pallina nell'esempio della biforcazione;
in altre parole, guardando la figura è sicuro che
vediamo una delle due donne, quale delle due è il
risultato di una scelta impredicibile.
Possiamo allora introdurre il concetto di 'attrattore',
definendolo come l'insieme di configurazioni possibili che
un sistema può assumere in seguito a delle scelte
critiche, dovute a condizioni di lontananza dall'equilibrio
termodinamico.
Questo ci permette di dare una definizione precisa di comportamento
caotico, così come adottata dalla fisica contemporanea.
Esso si presenta allora non come un indistinto vorticare,
ma come un comportamento aperiodico, irregolare, che tuttavia
rimane confinato in un insieme di possibilità, esprimendo
cosi caratteristiche comuni, coerenti, a tutte le parti
del sistema.
Quando un sistema si trova in particolari condizioni, dette
bacino d'attrazione, il suo comportamento rimarrà
confinato all'interno di un insieme di possibili cammini,
a meno di un cambiamento delle condizioni circostanti, che
potrebbero portare ad una brusca riorganizzazione .
Nel caso della figura ambigua mostrata precedentemente,
il sistema - la mente alla quale viene sottoposta l'immagine
- ricade in un bacino di attrazione che la costringe a vedere
qualcosa, la donna vecchia o quella giovane, che insieme
costituiscono l'attrattore che confina la percezione.
Abbiamo quindi, ripeto, una situazione in cui determinismo
e caso convivono, motivo per il quale si parla di Caos deterministico,
il quale, lungi dall'essere un totale arbitrio, mostra la
caratteristica della sensibilità alle condizioni
iniziali; in altre parole una piccola deviazione può
produrre destini completamente diversi, il che giustifica
l'affermazione secondo la quale un battito d'ali di una
farfalla vicino a noi può produrre un tornado dall'altra
parte del mondo. Possiamo
allora dare conto del titolo di questo scritto, per cui
dal Caos, inteso nei termini sopraccitati , per caso, cioè
in seguito ad una scelta in parte impredicibile, emerge
la cosa, intesa come oggetto. Questo è valido sia
nel caso della percezione, nella quale l'estrazione di una
figura da un insieme indistinto di stimoli, lo sfondo, avviene
in seguito a fenomeni di autoorganizzazione delle connessioni
neurali , che nella formazione e conservazione di strutture
biologiche quali gli animali e le piante.
> BIBLIOGRAFIA
AL TESTO
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1982 |