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ALMANACCO DELLA CRUDELTA'
Lo statuto dell'etica tra scienza e filosofia in M. Schlick
Di Martino Cambula. Nel tentativo di definire il significato delle Fragen in rapporto alle premesse teoretiche da cui l'opera è partita e agli esisti ottenuti, Schlick riconosce esplicitamente i limiti oggettivi della propria indagine. Le "contraddizioni interne" - per chi legge l'opera di Schlick nella prospettiva da lui stesso indicata - assumono la loro precisa dimensione minimale; permangono invece le "aporie" e le difficoltà, che lo storico e il critico hanno il compito di mettere in luce, in rapporto alla possibilità logica ed epistemologica del neoempirismo schlickiano di spiegare non esaustivamente il fatto morale o la dimensione morale del vivere. L'intervento proseguirà nel prossimo numero.

L'apocalisse delle immagini.
Esegesi del cinema di Wim Wenders a partire da "Fino alla fine del mondo"

Di Andrea Tagliapietra. Come leggiamo nel testo di un discorso tenuto da Wenders, al festival del teatro di Monaco, lo stesso anno dell'uscita nelle sale di Fino alla fine del mondo,"se il mondo delle immagini sta andando a rotoli e se le immagini si stanno ormai autonomizzando sempre più a causa del progresso e della tecnica, tant'è che non sono già più controllabili e lo saranno sempre di meno, esiste comunque anche un'altra cultura, una controcultura nella quale nulla è cambiato e nulla cambierà: la narrazione scritta di storie, la letteratura, la lettura, la "parola". Io non credo a molte cose della Bibbia, ma credo comunque profondamente nella frase [si tratta dell'inizio del "Vangelo di Giovanni" (Gv. 1,1) che fa eco all'inizio dell'intera Scrittura, ossia al primo versetto della Genesi ]: "In principio c'era la parola". E non ritengo che un giorno si dirà: "E alla fine ci fu l'immagine...". La parola rimarrà"


L'INTERVISTA IMPOSSIBILE

Hieronymus Bosch, Pieter Brueghel, Giambattista Piranesi.
Artisti o filosofi

Di Nicola Marotta. Tre personaggi a confronto, vicini più di quanto possa sembrare . . . in un certo modo interagiscono, sono attigui. I loro confini si toccano, le loro immagini, presenze inconsce e primordiali, sono ancora oggi presenti nella nostra memoria profonda; ed è proprio il risveglio di questi archetipi a chiudere il cerchio di questa intesa. In questa memoria ci sono il sottosuolo, le grotte, gli antri della Napoli sotterranea, chilometri di caverne che sono servite agli uomini per millenni a vari scopi, cave, canali, luoghi rituali, rifugi, e quant'altro. Ancora oggi, sentendoli così vicini, gli rivolgiamo cinque domande, le stesse per ciacuno
PROSPETTIVE
In merito alla tematica proposta nel precedente numero di XÁOS - "Il labirinto e le sue forme" - si pubblicano gli interventi:
Non si può applaudire con una mano sola
Di Massimo Dasara. L'ho fatto una volta. Ma era un triste pasto per la mia smisurata fame, piccoli sogni a pagamento, uomini e donne paralizzati in pose sempre uguali, carne immobile. A me basta l'illustrazione di un'odalisca su un vecchio libro, uno sguardo da una foto, una calza a rete da un fumetto, le parole di un racconto. Il resto lo fanno i sogni.

Il labirinto Moro in un'epoca al tramonto
Di Francesco Pala. Il sequestro e l'uccisione di Aldo Moro costituiscono un complesso labirinto che imprigiona dal 1978 i protagonisti e chiunque vi si accosti. Le ragioni di tanta irriducibilità sono da ricercare nel passaggio epocale che tale vicenda ha incarnato, confine ultimo di un continente storico al tramonto.

In girum .... appunti sul pensiero di Guy Debord
Di Alessandra Pigliaru. Pensieri sparsi e brevi accenni sulla complessità e la ricchezza di Guy Debord, esponente di spicco del situazionismo. Come randez-vous possible il testo che seguirà apre delle piccole finestre intese come possibilità di incontro. Si lascia a chi legge l'audacia di proseguire…

Sulla rincorsa angosciosa della realtà che sfugge, scivola. Buzzati e Moravia
Di Marco Pudda. Alcuni degli aspetti della vita quotidiana offrono lo spunto per delle riflessioni che possono riguardare quei circoli viziosi che frequentemente condizionano le nostre convinzioni e i nostri comportamenti. Buzzati e Moravia hanno dedicato delle densissime pagine a riguardo nei loro rispettivi capolavori: Un amore; La noia.


INTERSEZIONI

Arte e Pubblicità. Di Luciana Andreani.



Paesaggio a-sonoro nel cinema di Pasolini.
Di Alessandro Cadoni. Il cinema di Pasolini è colmo di silenzi "significativi": se ne offre qui una breve ricognizione, soffermandosi in particolare sull'analisi della prima sequenza de Il Vangelo secondo Matteo, in cui il silenzio di Maria viene paragonato a quello biblico di Susanna.

La musica sognata di Claude Debussy.
Di Maria Francesca Cuccu. Claude Debussy(1862-1918) è considerato uno dei padri della musica del '900. La sua musica, che distrugge il tempo e crea spazi, è ricca di fertili novità. Egli usa il silenzio, portatore di molteplici e misteriosi significati, come elemento compositivo. Rimanendo legato all'impressionismo e al simbolismo, Debussy guarda indietro per meglio balzare in avanti, contribuendo alla grande svolta che la storia della musica ebbe a partire dai primi anni del '900.

Conquistare l'arte. Intervista allo specchio.
Di Fabio Cocco Carreras.

Deglutire la realtà.
Di Giovanni Ferrario. Alla dissimulazione che colpisce la passività, si contrappone la simulazione del pensiero; una pratica che fonde analisi e poesia, accanto ad un raffinato cinismo. Glup! E la pillola sparisce nella zona d'ombra tra gli occhi e il cuore.

L'arte come sofferta conoscenza della totalità.
Proposte per l'interpretazione del pensiero estetico di Ignacio Matte Blanco.

Di Stefano Sanna. Con la formulazione del principio di simmetria e della sua logica, Matte Blanco va alla scoperta di una realtà talmente intima da sembrare troppo fuori mano. Dalle difficoltà insormontabili del pensiero analitico-razionale, si può intravedere una possibile luce guida nei percorsi dell'arte e del mondo emozionale che ad essa si lega. L'importante è non trascurare le potenzialità di queste vie. Quelle che qui si offrono sono proposte di lettura di una prospettiva dichiaratamente aperta, che vuole attingere alla fonte più profonda dell'essere.


Giochi e parole

Christian Soddu, Sognando in technicolor
Sonia Zampini, Labirinto


PERCORSI

Mirò: appunti delocalizzati a proposito di una nuova medianità aprospettica degli spazi. / Incursione V./ Miro', Moneo. Ambiente, Controambiente.
Le costellazioni

Di Giuseppe Marcone. Si conclude con la V Incursione il percorso di scavo estetico intrapreso con la prime due Incursioni (cfr. XÁOS. Giornale di confine, anno II, n. I) che hanno ripercorso il rapporto di Mirò con il linguaggio tradizionale ed il surrealismo come estraniazione per poi addentrarsi nella questione contenuto-forma. Attraverso le altre due Incursioni (apparse nel II° numero) si è tentato di evidenziare la non scontata tridimensionalità della pittura dell'artista catalano, una pittura che aveva 'sentito' nuovi spazi come nuove relazioni di cose, nuovi coinvolgimenti sensoriali che accelerano e decelerano non su piani sghembi, ma su di un nuovo coinvolgimento percettivo. Quest'ultima incursione si presenta come una uscita dal tunnel dello scavo, come una escursione di fatto nella solidità degli spazi architettonici; la conclusione insomma si pone a saggiare quelle fratture e quelle ricomposizioni teoriche sulla nuova spazialità emersa dalla pittura di Mirò nel confronto con il progetto di Rafael Moneo della casa- Mirò. Siamo ad una salita sui tratteggiati gradini degli addentellati di una ricerca costitutiva che ci mette alla prova su quanto sin qui detto.

Dostoevskij: la Bellezza, il Male, la Libertà. Un percorso filosofico in tre tappe / 3. La vera anima del genio crudele. Scavando al fondo dei Karamazov /
Di Andrea Oppo. E' un percorso filosofico-teoretico in tre parti (Cfr. 1. Quale Bellezza salverà il mondo? L'Idiota di Dostoevskij e un difficile enigma, anno II, n.1; 2. L'idea di male assoluto nei Demoni di Dostoevskij, anno II, n.2) all'interno del pensiero di F.M. Dostoevskij, seguendo altrettante tematiche-chiave del grande scrittore russo: la Bellezza, il Male e la Libertà. Attraverso la lettura dei tre grandi romanzi della maturità (L'Idiota, I Demoni e I Fratelli Karamazov) e le analisi che i suoi più grandi interpreti, specialmente in Russia, hanno dato di lui, questo percorso si propone di rintracciare, dentro alcune idee e analogie ricorrenti, le più autentiche sorgenti filosofiche di un autore a cui, secondo Nikolaj Berdjaev, «forse la filosofia ha insegnato poco, ma dal quale la filosofia ha molto da imparare»


XANADU

Il nome e a cosa.
Per una genealogia del rapporto Arte-tecnologia.

Di Alessandro Tempi
. Vi è, nel rapporto fra arte e tecnologia, qualcosa di essenziale e di originario che ne costituisce in qualche modo il contrassegno di reciprocità. Lo aveva magistralmente intuito Heidegger quando parlava del legame fatalmente infranto fra poiesis e téchne, vale a dire fra i due processi creativi di cui l'uomo originario disponeva per analogare ed essere consonante con la physis (la natura).


Anno II N.3 Novembre Febbraio 2003/2004


Xaos Giornale di confine
Rivista on line di filosofia arte e letteratura


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