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ALMANACCO DELLA CRUDELTA'
Il giallo della filosofia
Di Andrea Tagliapietra. "Qualcosa turba la nostra quiete e questo è l'inizio…Prima della prima parola, prima del primo capitolo, è successo qualcosa che nessuno conosce. Tutto inizia da un punto oscuro a partire dal quale si dipana l'intera sequenza degli eventi. Ma questo, a ben pensarci, è anche il destino della filosofia… "

Prospettive di "lettura" del Tractactus logico-philosophicus di Wittgenstein: annotazioni rapsodiche
Di Martino Cambula. Come la sua vicenda biografica, l'opera filosofica di Wittgenstein è punteggiata e, forse, intessuta di paradossi. I suoi lettori e i suoi interpreti lo sanno bene, sfidati come sono a dissodare il terreno accidentato, aspro e duro dei suoi testi. Eppure il suo stile, dal punto di vista della forma letteraria, è chiaro e limpido; e non privo di una certa bellezza, esibita e al tempo stesso sfuggente.

La scienza come evento fortuito

Di Sebastiano Ghisu. "... il World Wide Web rappresenta bene anche il carattere fortuito che si tratta di attribuire alla scienza (ma che non è detto che essa possegga). Il caso svolge infatti un ruolo importante nella navigazione in rete. Non vi è sempre una rotta da seguire, si è incitati a dei continui dirottamenti e può sempre accadere di imbattersi in un evento inaspettato, imprevisto, ma estremamente interessante. Niente è poi definitivo, dato che ogni risultato rimanda ad un altro. Si raffigura in tal senso quella libertà che Feyerabend riscontrava nella produzione scientifica ..."


L'INTERVISTA IMPOSSIBILE

Considerazioni sul maestro del surrealismo.
Breve dialogo tra il ritratto "Montagne" e il suo autore Renè Magritte

Di Nicola Marotta. Nessuna persona si scandalizza del fatto che i più disparati esercizi pubblici si fregiano di insegne con nomi di personaggi storici, senza che tra l'esercizio e il suo nome referenziale vi sia una pur minima relazione. Il paradosso qui non è avvertito. Così io avrei creato un'infelice. Madame lei vive solo di riflesso ... Madame lei è nella nostra memoria; nel dipingerla, le ho fermato il tempo intorno, lei è nata opera pittorica.

PROSPETTIVE
In merito alla tematica proposta nel precedente numero di XÁOS - "I linguaggi della follia" - si pubblicano gli interventi:

Ecce homo, come si diventa ciò che si è, vale a dire folli per eccesso di lucidità
Di Massimo Dasara. Qual è il limite tra "patologia del pensiero" e "patologia del cervello", la sottile linea che separa il delirio dalla preveggenza? Lo sbaglio di chi per anni ha parlato e scritto della follia di Nietzsche è stato forse quello di confondere problemi neuropsicologici con problemi filosofici? E' il termine "follia" che non si adatta all'approccio di problematiche che richiedono la conoscenza di diversi livelli di funzionamento di un "oggetto" dinamico e processuale quale l'Io si presenta.

Il vascello dei pazzi è alla deriva
Di Giusy Nieddu. Sonno della ragione, l'immagine onirica della follia è visionaria della sua illusoria evasione o...della drammatica aderenza a se stessa. Dalla sensibilità autentica del genio oltre il quotidiano, ad una follia ostentata che ora, con la flânerie del Segno, sterilmente genererebbe Arte!

La più grande storia mai scritta
Di Andrea Oppo. Joe Gould, eccentrico letterato americano, aveva un sogno: scrivere la Storia Orale…solo cose che aveva visto e sentito, storie di vite qualunque, chiacchierate occasionali, frammenti dei suoi "passaggi" al Greenwich Village. La Storia Orale non fu mai scritta, per questo forse potrà sopravvivere per sempre, senza essere mai annientata nelle pagine di un libro.

Lingua minore e schizofrenia
Di Francesco Pala. La ragione economico-politica detiene direttamente il monopolio comunicativo della vita pubblica e indirettamente di quella privata, ponendo interrogativi drammatici a coloro che ritengono ancora possibile non adeguarsi alla "lingua maggiore" della modernità. Gilles Deleuze traendo spunto dal balbettio schizofrenico compone i tratti di un arcipelago linguistico minore, attingibile solo da chi, liberatosi dall'io, abbia avuto in dono una nuova nascita.

Storia della follia e ragionevolezza del delirio
Di Luisella Pisciottu. Delirio, follia, pazzia, insensatezza, alienazione, psicosi, malattia mentale. Tanti termini che servono ad indicare per il senso comune un'unica condizione in cui lo stato della ragione non sembra avere alcuna autorità; il regno dell'irrazionalità, dell'assurdo, dell'oscillazione pericolosa. Divisione netta, invalicabile; opposizione intollerante a qualsiasi comunicabilità : come può, infatti, sussistere una, seppur lieve, implicazione tra il regno della parola intrisa di senso e il regno del silenzio, del mormorio incomprensibile?


INTERSEZIONI

Cascàmi
Di Adriana Argalia. "Fotografare è soprattutto rinnovare lo stupore" (L. Ghirri)

Il Circo Soluna
Di Rosalinda Balia. Soluna è arrivato da Friburgo con una roulotte di legno con le finestre arabescate, due cavalli due oche due capre un cane vestito da drago che lasciava il suo seme in tutti i paesi, sei nani una donna e un gigante biondo.

Arte-Merce-Opera d'Arte
Di Leonardo Boscani. Non si dice comunemente "è talmente vero da sembrare finto?" Il finto è divenuto l'autentico parametro per verificare il reale. Siamo, in questo modo, proiezioni all'interno di una gigantesca messinscena teatrale. Ma siamo sempre anche ciò che perdiamo, è per questo che dimenticando noi stessi non potremo più dire la verità che non coincide esattamente con una certa società di facciata promotrice di talenti mediocri.

La crisi del supporto
Di Bonifacio Castello e Sonia Zampini. " ... e, allora, ecco il nulla, l'uomo si riduce a niente. E l'uomo ridotto a niente, non vuol dire che si distrugge; diventa un uomo semplice come una pianta, come un fiore e, quando sarà puro così, l'uomo sarà perfetto". Brevi considerazioni sul concetto di spazio nell'opera di uno dei più grandi artisti del '900: Lucio Fontana.

Ultra-Corpi
Di Alessandro Chiodo. L'opera di Alessandro Chiodo incarna ed esprime il disagio e l'inquietudine dell'uomo contemporaneo. Attraverso la sua ricerca estetica nell'ambito non della sola figurazione, l'artista testimonia l'irrimediabile frattura dell'io teso a ritrovare se stesso.

Clown Celeste
Di Emmanuel Lavallée y Gallot. "Il gesto è il sole che porta all'essere, e la parola cavalca la sua scia". Tracce da un percorso dinamico che attraversa vari territori stilistici alla ricerca di una presenza autentica dell'attore tramite il continuo lavorio dell'improvvisare.

La Danza degli Elfi
Di Eva Maria Sanz. La tecnica presentata ne "La Danza degli Elfi" è l'incontro tra quella utilizzata dagli antichi artigiani dell'alto Medio Evo e quella appresa dall'artista nel suo soggiorno in Baviera (varie forme di lavorazione della ceramica). Il suo lavoro è il risultato di una ricerca sperimentale e personale sull'utilizzo delle antiche tecniche di produzione del colore. Le superfici di cui si serve sono esclusivamente lignee.


PERCORSI

Genealogia di un sentiero. Esiti dal Pensiero Debole. Variazioni sul tema
Di Giuseppe Mascia. Nel primo intervento si è voluto cercar approdo nei lidi dell'ermeneutica, 'koinè' filosofica che ben può descrivere alcuni tratti della contemporaneità (G. Mascia, "Genealogia di un sentiero - Nota preliminare", XÁOS. Giornale di confine, AnnoI, n.1 2002). All'interno di essa, nel secondo intervento, abbiam volto lo sguardo soprattutto verso il 'pensiero debole', sospettando - non senza qualche abuso - che questo non possa presentarsi come un definitivo congedo dal 'Grund' (G. Mascia, "Genealogia di un sentiero. Tempo-Storia ed Effettività: appigli forti del Pensiero Debole", XÁOS. Giornale di confine, Anno I, n.2 2002). Il presente intervento, nel chiudere il percorso, apporta alcune variazioni al tema di fondo, tentando da un lato di chiarire come l'ordito concettuale del pensiero debole si formi in realtà su alcune eredità vincolanto che tradiscono i suoi originari intenti speculativi; e indicando dall'altro una possibile via d'uscita dall'impasse teoretico che costringe il debolismo a cercare, come propria fonte, nuovi ancoraggi filosofici.

Il teatro dell'Assurdo. Il teatro come Evento: Antonin Artaud
Di Alessandra Pigliaru. Fino a questo punto del "percorso" si è tentato di trovare una "lente" attraverso la quale leggere ciò che Sartre, in Huis Clos, e Camus, in Caligula, hanno cercato di rappresentare (A.Pigliaru, "Il Teatro dell'Assurdo. Huis Clos di J. P. Sartre ", XÁOS. Giornale di confine, Anno I, n.1 2002; "Il Teatro dell'Assurdo: Caligula di Albert Camus", XÁOS. Giornale di confine, Anno I, n.2 luglio-ottobre 2002). Ci si è serviti delle loro speculazioni filosofiche per chiarire e "decifrare" nel loro codice teatrale ciò che risultava. Ora è il momento, anzi l'istante in cui l'Assurdo rientri in se stesso, senza forzature filosofiche di sorta.


LIBRI
Internet et le métier d'historien
Di Graziella Barmina. "L’autore di queste riflessioni non è un informatico, ma uno storico che si considera molto tradizionale, che abitualmente si muove in quel territorio per molti aspetti di confine tra discipline differenti dato dalla storia delle idee e della cultura, e che ha condotto - e continua a condurre - il proprio lavoro e le proprie ricerche mediante l’analisi ed il commento di testi secondo tecniche e procedure consolidate dalla tradizione filologica e critica" (R. Minuti)

Note sul visibile pittorico
Di Antonello Nasone. La tradizione della differenza, del limite, che nel Novecento ha avuto in Heidegger (che in questo saggio è visto in un'ottica differente rispetto alle più fortunate interpretazioni italiane) l'ultimo grande difensore, escluderebbe ogni alterità, pretenderebbe di porre ulteriori paletti in spazi senza confini sicuramente più attuali.

Vedersi vedersi
Di Marco Noce. Al centro del saggio di Valerio Magrelli c'è lo specchio, oggetto simbolistico per eccellenza e superficie sperimentale in cui Valéry sonda il senso del guardare: nel suo itinerario- spiega Magrelli - «l'espressione "conosci te stesso" fa tutt'uno con "ossèrvati allo specchio"», e in alcuni passi, sulla scorta di una ricchissima tradizione classica, l'esperienza speculare è indicata tout court come nascita dell'atto mentale.

Conferenze di Brema e Friburgo
Di Andrea Piras. Cosa risponderebbe Heidegger a chi lo accusa di "giocare" con le parole per confondere il lettore? Direbbe che il suo stile e linguaggio non dipendono da un vezzo o da un arbitrio ma sono l'unica risposta possibile all' "appello dell'essere", cioè dipendendo da qualcosa che non è (totalmente) umano, ma ha a che fare con l'orizzonte - non visibile - che rende possibile le cose - il visibile stesso, il mondo. L'essere chiama con un appello. Occorre ascoltare, cioè restare aperti in una "silenziosa sobrietà". Solo se ascoltiamo tale "chiamata" possiamo rispondere autenticamente, cioè pensare. Pensare filosoficamente significa "essere un'eco", cioè aderire alla parola dell'essere.

Filosofia della bugia
Di Saverio Zuppani. Filosofia della bugia affronta il tema della menzogna attraverso la storia del pensiero occidentale, un argomento spinoso, non solo per la sua vastità e ampiezza, ma anche per i risvolti concettuali e teoretici. Il saggio, infatti, non si limita ad introdurre in una tabella i filosofi che parlano o trattano della bugia, ma riflette sul concetto stesso di menzogna, sul suo inevitabile rapporto con la verità sulle difficoltà inerenti ad un sistema comunicativo che bandisca, in maniera assoluta, la bugia, sulla capacità d'immedesimazione nell'altro da parte del bugiardo.



Anno I, N.3 Novembre-Marzo 2002/2003



Xaos Giornale di confine
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