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Nicola Marotta

Joseph Beuys. Aktionen

 

N. Marotta, Joseph Beuys. Aktionen, in "XÁOS. Giornale di confine","XÁOS. Giornale di confine", Anno IV, N.1 Marzo -Giugno 2005/2006 URL:
http://www.giornalediconfine.net/n_4/26.htm

 


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Il nuovo sta sempre in una piega del cosiddetto vecchio.

Nel 1981 in Campania ci fu un terremoto disastroso; Beuys, gli dedicò una "Aktionen": fece raccogliere per le città colpite, alcuni attrezzi e li fece trasportare a Napoli nelle sale destinate all'esposizione e detto materiale fu lasciato casualmente per questi ambienti. Beuys, fece una operazione che ogni uomo fa normalmente durante la sua quotidianità: spostò e ripose cose, con un fare distratto, ma istintivamente tutti i gesti erano misurati e predisposti, e si succedevano entro certi perimetri predestinati. Gesti semplici che si trasformarono in un documento storico infinito che verrà visto e analizzato oltre il suo aspetto di apparente casualità. Nel caso di Beuys, questi attrezzi non persero la loro natura né la loro memoria, ma caso strano, vennero alterati i loro codici di lettura; per questo tutto si amplificò.
Beuys ci mostra i suoi oggetti selezionati come resti intrisi di un dramma vissuto alla stessa stregua di oggetti recuperati dagli scavi di Pompei ( non è un caso: gli oggetti vennero raccolti nelle città limitrofe), alla cui vista lo spettatore si sente preso da una indicibile angoscia, pensando ad un popolo così drammaticamente sopraffatto da una natura violenta e funesta. Gli oggetti raccolti da Beuys sono fortemente connotati dalla loro funzione, e questa dislocazione decontestualizzerà il loro ruolo, assumendone l'aspetto di sopravvissuti relitti. Questa presenza di elementi riposti in un luogo-spazio espositivo neutro, crea un impatto surreale.


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La perfomance "Terromotus" - Napoli aprile 1981

L'ambientazione ha la facoltà di fagocitare l'osservazione oggettiva, come in una implosione e noi visitatori saremo risucchiati da una lente investigativa che ci pone gli oggetti sotto indagine come non mai: si leggeranno le parti più intime e segrete, se ne identificheranno gli odori, ne sentiremo il tatto con lo sguardo, indagheremo l'insondabile, cercandone le cause e gli effetti.
Analizzando un fotogramma, che si compone di un fragile vaso di terracotta sospeso tra il muro e un tavolo accostati e Beuys stesso, interprete di paure ancestrali, che si ripara sotto, il fotografo darà una memoria alla "Aktionen".

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"Terromotus" - Napoli aprile 1981

Il fotogramma racconta l'evento di ciò che è già accaduto; il ruolo del fotografo, interagendo con la performance di Beuys, ci restituisce l'evento realmente accaduto. Vedremo l'opera con gli occhi della macchina fotografica e la valutazione di questo documento è un atto di fiducia e di adesione intellettuale all'opera di Beuys.
I giovani ne saranno gli affascinati seguaci e si sentiranno testimoni e diretti eredi, ignorando che loro sono solo benevolmente adoperati come consumatori attivi, come allievi speciali, di cose che sono già nella struttura intellettuale dell'artista; e proprio questi giovani saranno i divulgatori del nuovo credo estetico. "Arte, non è più un concetto museale, ma antropologico".
Da giovani non si hanno dubbi, si hanno certezze; i dubbi appariranno quando la successiva generazione di giovani si preparerà a sostituire i giovani d'oggi.
Beuys compiva azioni rituali: i suoi materiali, paglia, animali, oggetti, grasso, feltro, legno, metalli, corda, e altro, erano oggetti e cose da spogliare, togliendo la propria identità materiale, evidenziandone la loro essenza celata.

Infiltrazione omogenea 1968; Sedia con grasso 1964

Le cere e i grassi ricordavano le unzioni, e i riti antichi di religioni animistiche, gli unti del Signore. In antichità si ungevano con oli profumati i corpi degli atleti e le statue sacre; ancora oggi le donne si segnano il proprio corpo con terre colorate (la cosmesi). Per capire Beuys e come per tutti gli artisti, valgono le leggi del loro sistema: sono mondi e come ogni corpo celeste tutto è relativo ad esso, come la gravità e il tempo.
L'autore di queste riflessioni, Maestro, le vuole rivolgere alcune domande, sulla sua esistenza eroica e leggendaria.
Domanda: Si ha l'idea che lei abbia veramente identificato l'impegno della vita come un'opera d'arte. E' vero?
Risposta: Non mi sento un contemplativo tradizionale, come un pittore da cavalletto che dipinge un bel bosco; mi sento come uno che decide di creare un bosco vero, in un'azione lunga quanto il tempo che ci occorrerà; per la natura il tempo è relativo e l'aktionen mi sopravviverà.

D: Si riferisce al progetto "Documenta" delle 7000 querce nato nel 1982 a Kassel.?

Joseph Beuys davanti al Museo Federiciano di Kassel con le pietre di basalto, 1982 Una strada di Kassel con le pietre e le quece.

R: Ho vissuto nella mia vita emozioni forti. L'abbattimento del mio caccia durante la
seconda guerra mondiale, la quasi morte, la prigionia, e più di tutto, le insostenibili paure esistenziali, che mi hanno stretto il cuore fin quasi a soffocarlo.

D: Ha combattuto per la Germania nazista?

R: Crede che non abbia pagato con la vita? Eppure era rimasto in me un che di una progettualità strategica e marziale, come se fosse un incantato meccanismo teatrale.
"Aktionen" consisteva nell'ideazione di un evento concettuale, che in una successione di momenti creativi ispirati a beneficio dell'uomo, si concretizzava in un'opera con finalità ideologiche, ecologiche o antropologiche.

D: Torniamo alle 7000 pietre, che diventeranno querce, collocate nella Friedrichsplatz di Kassel, si sa che lei aveva già proposto l'idea per Roma.

R: Sì! Successivamente il progetto accettato dalle autorità di Kassel, si svilupperà in tempi lunghi; ci vorranno almeno tre secoli per avere un bosco rigoglioso come io lo sognai. Raccolsi 7000 pietre di basalto, la cui vendita, ci avrebbe consentito di acquistare altrettante querce da piantare attorno a Kassel, un valore simbolico, una maniera nuova per parlare direttamente ai sensi degli uomini del mondo. Ed è stata la sensibilità di uomini comuni che collaborando ci permisero di completare l'opera; e sarà questo il contesto naturale in cui vivrà la mia anima nordica: tra pietre, piante, tra l'umida linfa del sottobosco, e gli umori dei suoi legni e resine profumate.


Beuys-Virgin 1978 Beuys-Pietra e quercia- Kassel

D: I suoi titoli sono sempre dei rebus da risolvere: cosa intendeva dire "La rivoluzione siamo noi", scritta su una foto di un intenso ritratto di un ragazzo napoletano, (peppino) il cui viso sembra quello di un modello di Francesco Paolo Michetti, un pittore abruzzese-napoletano della fine dell'Ottocento.

R: E' vero: "la rivoluzione siamo noi" è da attribuirsi al concetto che in ogni nostro gesto comune c'è un atto magico, un fatto d'arte come la nostra vita stessa: ed è per questo che "Ogni uomo è un artista" . E quindi, questa è la vera rivoluzione con la quale tutti noi dobbiamo prenderne atto.

D: Ma allora il ruolo dell'arte è cambiato in lei o con lei?

R: Io avevo questi bisogni dettati dalla mia storia personale; sentivo la necessità di ritrovare certi "Valori" che l'uomo aveva perduto, volevo ricordare quei significati che sono presenti ovunque e in ogni cosa, ai quali l'uomo non può rinunciare.
Credo sia questo oggi il nuovo ruolo degli artisti.

D: Lei dopo il 1949 ha seguito i corsi di Matarè alla Staatliche Kunstakademie di Düsseldorf: cosa è stato questo grande maestro per lei?

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. Matarè pellicano dettaglio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Matarè porta del duomo di colonia

R: Matarè diceva: tutto è in prestito, e tutto va restituito; il suo insegnamento?: capii che amava il medioevo, dove le maestranze erano nobili artigiani; l'arte, che per secoli è stata caricata di eccessive sovrastrutture, è libertà, invenzione; dovetti viaggiare in me stesso, molto a ritroso nel tempo, per ritrovarmi in quei luoghi dove tutto è espressività e creazione, dove tutti gli uomini sono artisti.

 

. . ........................................ Joseph Beuys anni '80


Joseph Beuys nasce a Krefeld nel 1921
Nel 1940 è pilota di caccia, nella seconda guerra mondiale.
Nel 1943 l'aereo viene abbattuto e Beuys subisce gravi ferite.
Nel 1944, viene fatto prigioniero dagli Inglesi e liberato nel '45.
Nel 1947 si iscrive alla Staatliche Kunstakademie di Düsseldorf,
Tra il 1955 e il 1956 cade in una profonda crisi personale, dovuta alla guerra e alle ferite subite.
Nel 1959 sposa Eva Wurmbach.
Nel 1961 ottiene l'incarico di insegnante di scultura monumentale. Nel 1964 nascono "Aktionen"
Nel 1972 viene licenziato dall'insegnamento.
Nel 1979 si presenta come candidato al Parlamento Tedesco per il partito dei Verdi.
Nel 1982 partecipa a Documenta.
Nel 1986 muore a Düsseldorf.
Alcune foto di Beuys, sono tratte da "Arte contemporanea" di Lara Vinca Masini, e altre foto da singoli cataloghi delle relative manifestazioni varie.
Le due foto di Matarè sono di Wilfried Hagemann eseguite nel 1968