"Io credo nella compenetrazione
finale degli stati di sogno e realtà" (Breton)
Le stesse le tese per i cappelli
dei passanti in Io e la città (Meidner 1913), seguono
singolarmente la propria direzione e si allontanano l'uno
dall'altro.
Per l'uomo post-copernicano, disperso nel vuoto abissale,
la Razionalità non esaurisce il compito di Giustificazione
e Fondazione. "Il mondo è un carro di fieno:
ciascuno ne prende quanto può arraffare" (Bosch):
homo homini lupus! L'aderenza statica al vero ne sente l'Assurdità
intrinseca che ineluttabile lo trasfigura. Il Sonno della
Ragione genera mostri perché è la Ragione
che, autoipnotizzatasi, ha terrorizzato la Storia con le
aberrazioni pietose della nostra civilizzazione (Caprichos).
Lo sguardo allucinato di Saturno denuncia la Responsabilità
dell'Uomo che, con la presunzione di andare oltre (über)
sé, è ritornato per mangiare i propri figli.
Orrenda, una Luce ignota lacera ghigni paurosi di ombre
senza sguardo; irruente, il pennello è risoluto,
non c'è una via d'uscita: si è lasciato la
provvidenza alle spalle il burattinaio dei tempi di Goya.
Il Reale stesso è ambiguo nell'Iperrealismo paradossale
dello ossimorico Magischer Realismus della Neue Sachlichkeit,
trompe-l'oeil della lucidità del vaneggio; nell'
incoerenza tra strumenti e contenuti del "Sogno di
Ossian" (Ingres, 1867) o nell'attrito tra i nudi deambulanti
e le rovine classiche di Delvaux.
Il Demoniaco-Occulto delle creature fantastiche e soprannaturali
di Bosch, coglieva le dimensioni individuali e solitarie
di una follia alleata col Male nella vittoria sul senso
del Tutto. La Grazia di Lutero è sarcastica sulle
certezze umanistiche: ma quell'inventività combinatoria,
a differenza del nostro nomadismo eclettico, è rigorosa
nell'additare il "fio", non senza riferimento
alla Caduta.
Come se Astolfo sia ritornato dalla Luna con la coscienza
razionale che il "furioso"è nel ragionevole:
l'Irrazionale è qui e ora, l'idiozia è dell'uomo.
Un tragicomico amaro aleggia fra i contadini del paese di
Bruegel; non rinsaviti dalla estrazione della pietra di
Follia, sognano una realtà alternativa, beffano l'istanza
di Ragione cinquecentesca, scavano una galleria nel grano
saraceno e arrivano nella Luilekkerland dai toni meravigliosi
e smisurati del Credo di Margutte del nostro Pulci. Le torte
nascono sui tetti: questa Drôlerie consegna l'età
dell'Oro al "sei piace, ei lice", perché
"di domani non c'è certezza ".
Importunata, scatterà l'Ironia sul Finito del meccanicistico.
Un "non so che" eccede il pensiero razionale;
uno stato d'animo svincolato dai suoi schemi della Ragione
di fronte all' Incommensurabile, Sensucht di una Armonia
perduta, evade nell' inverosimile la dicotomia teoretica-pratica.
Benché a tratti consapevole della Fictio, l'Immaginazione
produttiva delle Illusioni conferisce, oltre le barricate
formali illuministiche, consistenza reale (ma "altra
") alla sensibilità da fanciullo del genio folle.
Smarritosi nell' Infinito cosmico, il paesaggismo poetico
e antiscientifico dello Sturm und Drang, dopo il rischiaramento
(Erklärung) di un determinismo che ha ucciso l'homo
faber ipsius fortunae, sceglie una distanza simile alla
Malafede di Sartre, qui però tanto forte da fondere
i bordi realtà/fantasia, che con il casco da palombaro
si calerà nel mondo oscuro della Notte. Il notturno,
alternativo al Solare, non negherebbe il vitale ma ne pulserebbe
originariamente. "Una delle regioni più inesplorate
dall'Arte sono i sogni" (Füssli). Il Sublime trasla
dall'Incommensurabile della Natura alla Profondità
dell'Io . Il Dinamismo quasi barocco è al limite
dell'isterico per le tinte livide e nerastre, intensità
luminose, scintillanti di improbabili argentei, negli Incubi
di Füssli. Il suo Crepuscolarismo cataclismico inquieta
una sensualità erotica di tipo freudiano. Abbigliati
secondo il trend contemporaneo, (l'Irrazionale è
nel nostro quotidiano) spettrali folletti, diavoli, streghe
e fate della superstizione popolare animano già l'Inconscio
collettivo di Jung. Lo Streben dell'Homme revolté
del "painter in ordinary to the Devil" è
titanicamente disilluso. La ricerca di sè non è
scissa dalla nevrosi. La Follia di Kate ha nel suo stato
doloroso di sofferenza qualcosa di occulto, misterico, orfico.
"Quando in un paese a noi vicino la Rivoluzione liberò
il popolo anche dal giogo della superstizione, lo precipitò
forse nella incredulità" (Füssli).
Alle 24:15, nel Caffè di Notte, la densità
minacciosa di gialli e rossi irregolari libera, esasperate
nello stordimento, le passioni umane in una tenebra "dove
ci si può impazzire" ( Van Gogh).
L'Animismo che " esagera l'Essenziale e lascia l'Ovvio
nel Vago", nei buî e nelle incandescenze dei
Mangiatori di Patate, che informa strane e oniriche sinuosità
nella Chiesa di Auvres o nei Cipressi è delirio di
una estasi creativa tormentata della sensibilità
del dramma dell'esistere, che erra solitaria per i campi
di mais. Disincantata, nell'autolesionismo dei volti scavati,
l'eccentricità della vita-opera trascina al baratro
del Nulla le turbe psichiche dell'instabilità nervosa
insieme con l'Arte.
Non solo la sostituzione delle leggi della Ragione con le
Leggi del Sentimento, ma l'annullamento della Legge: quando
il "Decadentismo" purga il "Romanticismo"
dell'Ideale del Valore
unico residuo è l'Io
solo e folle!
Evoca suggestioni oltre i chiaroscuri lo sguardo dell'anima
di Redon; sogno fiabesco di Felicità, l'incanto delle
Armonie di Chagall, risonanze di una Memoria lontana dal
Rimosso.
I violenti contrasti di colori aciduli nello Istintuale
del Brücke, tormento di una Soggettività esasperata
nel Blaue Reiter, scindono L'essenza di una Realtà
frantumata dalla sua immagine esteriore interiorizzata ugualmente
scapigliata. Esotico, primitivo e Ingenuo tentano anarchie
dall' anonimato della folla, schiacciata da leggi economiche
distanti dal mistero della Vita e della Morte.
Le macchie di G. Roualt, eco contenutistico del Misticismo
espressionista del Grünewald, si elevano al credo quia
absurdum; la Dance-Fauve di Matisse ondeggia sul terreno
al limite dell'Intimismo crepuscolare dei Nabis. Un'ossessione
inconscia tormenta agglomerati cromatici febbrili in Munch
o in Kokoschka. Il ritmo impulsivo dell' Astratto inventa,
oltre la trasfigurazione della realtà, la Non- Forma
del Disordine interiore.
Ci soccorrono le corrispondenze segrete di un' astrazione
mistica che precorrono le libere associazioni. Oltre il
Possibile e il verosimile la Meraviglia si libera in Onirico
e in Inconscio nel Surrealismo. Una alchemica inverosimiglianza,
antitetica all'ordine naturale del Vero per la Logica e
il Linguaggio convenzionali del pensiero razionale. "Dobbiamo
spezzare i vincoli della ragione"(Breton). Entro indeterminati
orizzonti, l'Immaginario vitalizza gli oggetti, sprigionano
inquietudine i vapori iridescenti dell'atmosfera istologica
di un amorfismo amniotico improbabile nel sublunare. Ha
ceduto all'interiorità della Durée della Memoire
la Spazialità del tempo lineare. Iperrealismo prospettico
per classico e industriale borghese, forme sinuose plasmate
da un Caso Onirico. Il Paesaggio dell'Assurdo è un
luogo altro ma che non accoglie per sempre, come quel "
sito decreto" dantesco che donava senso all'hic et
nunc. Questa sur-realité che non fonda, non è
l'unica realtà, ma una delle tante possibili o impossibili,
come quella contingente che percorriamo ogni mattina per
recarci in ufficio. Riverbero di mondi interiori, i suoni
delle immagini, nel Genio , oltrepassano le barriere dell'
incomunicabile, assurgendo a simboli universali. Liberi
dalla Normatività della ragione, nello Spaesamento
di casuali stati sub-consci, lo Spontaneo e l'Irriflesso
affabulano in suggestioni di un racconto indefinito. Ha
sostituito le ragioni ottocentesche un Conosci te stesso
alla deriva in un'anima senza confini. L'immagine si fa
calco del magma che trabocca dall'Inconscio. I colori vibrano
di tensioni conflittuali, la luce diviene irreale e acquista
una rifrazione misterica, quel grandangolo prospettico è
inattuabile: la carica visuale dell'inframondo è
oltre il Visibile che pure ne è veicolo. Incanta
e inquieta il fantasma del sogno che dissemina allucinate
tracce di sé nelle Metafore schizofreniche delle
libere associazioni e della Paranoia critica. Liberazione
catartica, la reminiscenza della intenzione inconscia ,
oltre il linguaggio ordinario, è dissimulata dalla
resistenza della contro-carica difensiva di Rimozione o
Rigetto (Forclusion) attraverso similitudini, inversioni,
sostituzioni (scambi di rappresentazione ), allusioni, sublimazioni,
proiezioni, trasposizioni, identificazioni, mediante le
condensazioni delle cariche psichiche (Besetzung) all'interno
di una catena di simbolizzazioni (figurazioni indirette)
in un conflitto inconciliabile di tensioni pulsione/censura
(vita/morte) che assimila reale ed Es.
Bidimensionalismo, Illusionismo plastico-spaziale, frottage,
collage, sino alle tecniche cinematografiche del fotomontaggio
(prima delle trovate alla moda degli happening) con zoo-,antropo-,bi-
morfismi assemblanti macchine inutili in un Mentalismo privato,
sovrappongono senza fili comunicativi attriti paradossali
muti di analogie immediate. Solo apparentemente astruso
e illogico, questo accostamento antinomico di ignoto e familiare
è una metonimia ermetica ed evocativa. Può
sciogliere l'enigma solo un lavoro d'analisi che, deducendo
e interpretando, raggiunga il latente. Buttate all'aria
dal Dada ordine e regole, l'Automatismo psichico allo stato
puro, è écriture automatique, flânerie
del segno: il flusso si consegna liberamente al caso di
una Illuminazione tutta interiore e anti-illuministica che
non ha bisogno dell'Intenzione progettuale del bozzetto:
la tecnica non garantisce se stessa come paradigma distintivo
tra Arte e Non-arte.
Il Benessere è germinato nell'Assurdo! Lo Streben
è scaduto in Trieb, emancipato da Morale e Ideale
(Super Io), non deve più garantire Valori fondanti.
Non è che consapevolezza della propria Follia il
gioco pre-verbale sulla convenzionalità significante/segnato
o la scissione della realtà dalla rappresentazione,
attraverso lo straniamento dell'immagine delle Conditions
humaines di Magritte. Non può che schizzare Non-sensi
un'opera (o Non-Opera) intrisa di immanente, registrazione
della corruzione tecnica-tecnologica, che segnala il pericolo
ideologico di Ragioni totalitarie. L'artista infonde all'oggetto
qualunque la carica fantasmatica, ma non lo rende più
significativo!
Il Determinismo inconscio (pur negando il libero arbitrio)
era l'ultimo Perché reagente al Nichilismo, ora non
contestato neppure dalla constatazione della Alienazione,
interiorizzata indifferentemente dall'uomo post-moderno
che non rifiuta la res, ma neppure vi confida. La "super-realtà"
che non trascende la nostra, ma trasversalmente la fagocita
è il Simulacro: il Reale acquista l'impalpabilità
del Non-Vero!
Costituzionalmente tensione oltre il Fainomenon, col ready-made,
l'arte disillusa e annoiata abbandona la propria natura
quella
connessione Follia-Arte, ostentata e reiterata nella Non-Opera
post-moderna, ormai divenuta sterile a se stessa, potrebbe
consacrare artista un folle o uno pseudo-squilibrato dedito
ai colpi ad effetto!
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