L'elemento
che caratterizza la produzione artistica di Rodin è
la ricerca continua, costante, snervante dei moti interiori.
E' lo stesso Rodin ad affermare che "il corpo è
un calco su cui si imprimono le passioni": è
l'intero corpo, o parte di esso, ad esprimere e rendere
intensamente esplicite le sensazioni attraverso contrazioni,
torsioni corporali, flessioni impreviste, scatti repentini
e in ultimo, quale estrema sintesi, lo smembramento dei
corpi.
L'analisi degli stati emotivi, un modo per dare ordine
alle passioni, cercarne l'essenza, quell'unico principio
che le governa, per poterle controllare, smembrare in parti
minime per poi, successivamente, ricomporle.
La stessa scelta della tecnica scultorea, il modellare
l'argilla piuttosto che l'intagliare la pietra, segue la
logica della necessità di immediatezza. Le sue mani
plasmano l'argilla, sentendone la materia, con maestria
e passione, ad esprimere l'impeto di quel momento di massima
tensione.
Non il tramite dello scalpello, nemmeno il ritmo costante
del martello a distoglierlo da quell'istante in cui individua,
riconoscendola nella massa plastica, l'omologa sensazione
presente nella sua mente.
E' la necessità di dare espressione alla sua voce
interiore che lo porta a modellare, frenetico, una moltitudine
di bozzetti, mai appagato. Spesso nel suo atelier lavora
contemporaneamente a più modelli, quasi a voler afferrare,
stringere e plasmare i diversi elementi d'ispirazione, velocemente
prima
che evaporino.
Sono le sue mani che a diretto contatto con la materia
diventano l'unico strumento per sentire e quindi trasferire
le tensioni emotive.
Ancora
le mani, cosi presenti nella sua opera, che evocano i moti
dell'anima, ancora veicolo della percezione, necessaria
ad alimentare la memoria.
Un impadronirsi degli elementi del reale che rielaborati,
frammentati dalla mente scatenano le sensazioni e da qui
trasferite alla materia perché possano continuare
ad esistere.
Frammentare il tempo
Esistono più versioni della stessa opera, da un
modello in argilla, attraverso l'uso di un pantografo, è
possibile riprodurre, in pietra, l'originale.
Cosi è stato per il Bacio, eseguito nel 1886 in creta,
poi riprodotto sia in pietra che in bronzo.
La scultura, proprio perché forma plastica, spaziale,
non ha un unico punto di vista, né per chi la crea
tanto meno per chi la visita. Affinché sia possibile
contemplare lo scivolare dell'ombra, i guizzi di luce è
necessario che il visitatore non sia statico.
È
l'autore, il suo camminare tra i modelli e bozzetti per
l'atelier, l'attenzione per il dettaglio e lo spazio, i
suoi passi a guidarci nella scoperta della sua opera.
Lo sviluppo dell'opera, il suo svelarsi segue il ritmo
dei passi.
La sinuosità del corpo femminile,
i movimenti ora contrastanti ora paralleli delle braccia
dei due,
il gioco delle gambe, delle ginocchia e le mani che si posano
ma non afferrano.
Ci si sente un po' voyer a voler scoprire, se esiste, il
momento del contatto.
Da
uno scorcio, si apre la vista sui volti
quel contatto
non esiste.
Il bacio non si compie, non si concretizza.
Tensione emotiva tra due corpi,
attimo ove ognuno conserva e mantiene la propria individualità.
Non esiste compenetrazione, solo quella distanza
ad esaltare i corpi.
Frammento di tempo
È il concorrere d'istintività, ragione e
fisicità a generare quello stato di sollecitazione
espresso nel serrare il campo di tensione,
forza che
ognuno dei corpi oppone ma cui non può sottrarsi.
È il continuo respingersi, avvicinarsi, ed ancora
allontanarsi,
quali poli omologhi che si affrontano.
E' quel momento dato dalla distanza per la forza che lo
genera,
un saturare l'aria
un precipitare verso uno stato di veglia lucida
nell'attesa che si compia l'atto.
Unico sollievo al precipizio.
Ma l'uomo cammina
Immagini - riferimenti bibliografici
1. http://www.louisville.com/ voice/rodin.jpg
2. http://magliery.com/Graphics/MoreFrance/rodin-cathedrale.html
3. http://www.el-mundo.es/magazine/m62/textos/rodin.html
4. http://www.seilnacht.tuttlingen.com/Gedichte/Liebe.htm
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