La tensione si dissolve presto nella lettura della poesia
di Salvatore Manca, il Canto disarmonico è compreso
solo nel concludersi dell'opera e traspare allora il significato
ultimo. "Soluzioni estreme", raccolta di poesie
(parte di una trilogia da datarsi negli anni 1996/97 e che
racchiude altri due lavori, " Fotofobica " e "
Technicolor") pubblicata a Natale dalle Edizioni No
Frontiere, propone una poesia introspettiva nella quale
l'elaborazione della società non da adito a dubbi
o diverse considerazioni. Sullo sfondo l'anatema della realtà,
un'entità misteriosa, quasi lontana alla quale però
si può parlare; difficile da interpretare, snervante
nel quotidiano, ripresa, filmata, una realtà da ricomporre,
montata di nuovo.
Questo tipo di linguaggio spiega la difficoltà delle
soluzioni nella comunicazione del nostro tempo: concisa,
assurda e veicolare. L'Io è di volta in volta diverso,
pervaso da una nube, cambia soggetto all'aprirsi del sipario:
una nuova entità, un nuovo problema, un'unica risposta,
la nostra soluzione estrema, il pensiero che sgorga incline
quasi sempre alla condanna o anche l'estremo giudizio, forse
un'azione alla quale non si chiede nient'altro che d'essere
se stessa.
Il sentimento contrastato non è qui facilmente discernibile,
solo con l'aiuto dell'armonia del suono il lettore giunge
alla conclusione della lettura incolume del perché.
Diversamente parole spezzate vagherebbero nel vuoto cosi
come le guardiamo scritte. Uomini, pensieri e macchine sono
considerati alla stessa stregua, riflettori, profumi e umori
non modificano la scena, non vi è niente di vivo
perché tutto vive incondizionatamente dal se, traspare
quindi l'assenza perché non vi è niente che
primeggi, neanche un Lead, quello del videoregistratore
o del computer. Una sorta di non risposta ai malesseri del
nostro tempo, amori, malumori, traumi
A minare l'idea della profondità della preposizione
la parola scandita, gridata al pubblico. Pensare per immagini
non è più un'eventualità ma un obbligo,
così anche l'anestetizzarsi del poeta di fronte alla
vita guardata, osservata a lungo, naturalmente la vita dei
nostri giorni; le immagini non si traducono in pensieri
ma in parole, fondamentalmente sole e disadorne. Il pensiero
va ad " Eclissi " e " Monodose ". Qui
la poesia è tradotta in Video art. Lo spettatore
entra attraverso un tunnel ai margini del racconto, due,
tre minuti di sublime dolcezza (Eclissi) a volte fredda
amarezza (Monodose), realismo sfrontato ed emozionante in
entrambi i casi.
*Poesia e immagini di Salvatore Manca - Commento Tore
Manca, soluzioni estreme di Mario Carta
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